La Sorellastra

LucioAnneoSeneca1989
00mercoledì 14 ottobre 2009 00:12
Esperienza Familiare...

Gianni rientrò dalla solita partita di pallone del sabato pomeriggio tutto sudato, e si infilò nella doccia, senza neanche curarsi se era solo in casa o se c'era qualcuno. Viveva in una grande villa nella periferia della città, circondato da ogni lusso e ogni agio. Suo padre è un famoso chirurgo internazionale, sotto le sue mani erano passati i migliori calciatori in circolazione, e ogni intervento veniva ricompensato profumatamente, a tal punto che la loro famiglia era diventata in poco tempo una delle più ricche della città. Il padre aveva sposato una sua collega, e da lei era nato Gianni. Gli anni dell'infanzia trascorsero nel lusso e nella felicità di un nucleo familiare giovane e ben affiatato, fino alla tragedia familiare. Consumata da una malattia tanto fulminea quanto letalte sua madre morì in pochi mesi lasciando Gianni solo a otto anni, e suo padre in preda ad un forte dolore. La vita di Gianni cambiò, sulla sua faccia non si leggeva più la felicità di un tempo ma traspariva un senso di velata tristezza, che peggiorò quando, otto anni dopo suo padre gli annunciò in una calda giornata estiva le sue prossime nozze con una nuova donna. Marta, questo il suo nome, era una modesta attrice di teatro, non più giovanissima, la cui bellezza stava ormai lasciando il segno a piccole rughe, segno del trascorrere del tempo e figlie di un doloroso divorzio, che la aveva gettata nella povertà insieme all'unica figlia Silvia. Le nozze furono accettate da Gianni in maniera passiva da Gianni, che dopo otto anni di solitudine non vedeva certo di buon occhio una nuova presenza femminile nel letto della mamma, ma non poteva farci niente, e quindi si limitò a fare buon viso a cattiva sorte, cercando di non intralciare i piani di suo padre, che troppe volte aveva sentito rientrare a casa a notte fonda ubriaco e disperato per il dolore della prematura scomparsa della moglie. La cosa più difficile sarebbe stata la convivenza con la nuova famiglia, non tanto con Marta, persona semplice, povera e innocua di bassissime origini che mai avrebbe osato contraddirlo; il difficile era accettare la presenza in casa di una sorellastra più grande di lui, e che quindi, nonostante fosse una femmina, gli rubava lo scettro di "persona responsabile della casa in assenza dei genitori". I due si evitavano, per quanto potevano, diversi in tante cose. Lui, cresciuto nelle migliori scuole private, al liceo classico sommerso dalle versioni di greco e dalle insufficienze che caratterizzavano il suo scarsissimo rendimento scolastico. Lei, diciannove anni appena compiuti con un'educazione nelle scuole povere della città, fresca di diploma con, orgoglio della madre, il massimo dei voti, si apprestava ad entrare nel mondo universitario certa del personale successo negli studi dovuto alla notevole intelligenza di cui era provvista. I due si limitavano alla fredda frequentazione che potevano avere nelle enormi sale da pranzo della villa o in giardino, fermo restando che le loro rispettive stanze erano di dominio privato e nessuno dei due sarebbe mai entrato nella stanza dell'altro. Gianni sapeva molto poco di lei; anzi, sembrava molto timida visto che non gli aveva mai detto niente di personale della sua vita passata.

L'acqua scorreva calda e sotto la doccia colavano rigoli di fango dalle gambe di Gianni, intento a lavarsi fischiettando una canzone. Sempre intonava sotto la doccia quel motivetto ed aveva associato ad ogni punto della canzone la parte del corpo da lavarsi. Il ritornello era destinato alla pulizia del pene, operazione spesso gradita a Gianni. Anche quel giorno arrivato al ritornello prese del sapone, si scappellò il pene flaccido e iniziò a massaggiarlo con il sapone alternando precisi tocchi di mano ad ampie spugnate. Ora con una mano lo teneva tutto scappellato e con l'altra ripuliva la cappella, poi passava alla parte tra le palle e il buco del sedere, la zona più sensibile per Gianni, la cui pulizia gli causava sempre trionfali erezioni, e anche quella volta il suo pene adolescente si stagliò fiero ritto in avanti e pulsante. Gianni si guardò e se lo prese in mano, iniziando una morbida sega sotto la doccia. Ma non finì, era troppo stanco e tutto quello che voleva era distendersi e dormire. La sborra accumulata avrebbe potuto aspettare, pensò, così ancora in erezione chiuse l'acqua ed uscì dalla doccia. Non aveva ancora sentito nessun rumore dalla casa, e così, credendo di essere solo si asciugò e si diresse, nudo su per la scale verso la sua stanza.
Silvia, che ascoltava la musica in cuffia pigramente distesa sul letto non si era accorta del ritorno del fratellastrò ne' dei rumori da sotto la doccia. Chiusa nella sua camera ascoltava Vasco Rossi, Albachiara. Anche lei iniziò a fare pensieri strani, sola dentro la stanza e tutto il reso fuori, e furtivamente si avvicinò una mano al pube. Un brivido la attraversò tutta, come percorsa da una scarica elettrica, ma la canzone finì e con lei il lato della cassetta. Subito ritrasse la mano, guardandola a lungo contro il bianco del soffitto. Si tolse le cuffie ed avvertì un po' di fame, così che decise di farsi uno spuntino. Mai e poi mai si sarebbe immaginata quello spettacolo che Gianni inconsapevolmente le stava per offrire.

Uscita dalla camera Silvia camminava a passi lenti e stanchi il corridoio quando dalle scale spuntò Gianni, ancora un po' bagnato ma totalmente nudo, e con il pene ancora un po' duretto, in quello stato comatoso in cui rimane per un po' dopo l'erezione prima di alzare definitivamente la bandiera bianca. Silvia lo fissò per un attimo, che sembrava non finire mai, posando la sua attenzione su quel torace fresco e con una rara peluria e su quel cazzo che gli penzolava giù tra le gambe. Svegliata come da un sogno esclamò "Scusa, non credevo che fossi in casa" e si girò verso la parete. Gianni rosso per l'imbarazzo si affrettò a coprirsi con una mano il pube e a borbottare, pieno di vergogna "Cazzo, potresti anche badare più attenzione a chi entra in casa. Questo non è il monolocale dove sei nata, ci sono quadri e soprammobili preziosi. E se fosse entrato un ladro? E poi la mia privacy? Ora per colpa tua non posso più neanche girare nudo per casa" e così dicendo si allontanò in fretta ed andò a vestirsi.

Buona Lettura !!!

Saluti...
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