Con la mamma del mio amico

fenderx73
00giovedì 23 giugno 2011 23:47
Negli spogliatoi
Dopo quei giorni incredibili trascorsi da mio cugino (vedere i post precedenti), ogni occasione era buona per cercare di creare qualche situazione intrigante: ma non ero mai riuscito nel mio intento.
Finchè un giorno mi misi d’accordo con il mio amico Stefano (compagno di classe) per andare a giocare a tennis al pomeriggio come già avevamo fatto altre volte.
Come al solito ci incontrammo all’ingresso dalla strada, fuori dal campo, ma al contrario delle altre volte (lui solitamente arrivava in motorino), lo vidi arrivare accompagnato in macchina dalla madre (ancora nessuno di noi due aveva la patente e lui abitava abbastanza lontano).
Scese dall’auto e si spiegò: “il motorino è rotto! (con imprecazione annessa!)”.
“Salve signora!” dissi io, salutando la madre del mio amico che già conoscevo per essere stato a studiare a casa sua più volte.
Era una signora un po’ su con l’età (Stefano aveva anche una sorella molto più grande di lui), mingherlina, gentilissima nei modi e con i capelli un po’ corti ormai tendenti al bianco.
“Ciao” disse lei, e dopo le solite frasi di rito la madre aggiunge: “va beh, io vado per commissioni e torno… tra quanto Stefano? 2 ore vero?”
“Si” risponde lui.
“Va beh, ci vediamo dopo” conclude la madre, e se ne va con la macchina.
Andiamo nello spogliatoio (chiamiamolo così), ci cambiamo, ed iniziamo a giocare.
La giornata non era delle migliori (prometteva pioggia sin dall’inizio).
Erano quasi finite le due ore quando vedo arrivare a piedi la mamma di Stefano, con l’ombrello, che si mette a bordo campo a guardarci giocare.
“non c’era parcheggio ed ho lasciato la macchina a 5 minuti da qui” spiega lei.
Poi, poco prima di smettere inizia a piovere a dirotto, così prendiamo la nostra roba in fretta e furia ed entriamo tutti e tre nello stanzino adibito a spogliatoio, non essendoci niente altro dove ripararsi.
Era un’unica stanzetta piccolina, che aveva, subito dietro la porta di ingresso, sulla sinistra, 2 panche in legno lungo il muro e qualche appendiabiti attaccato alla parete. E proprio di fronte alle panche c’erano due docce, ognuna con una tendina sul davanti. Giusto per due persone, insomma.
“Aspettiamo qui un attimo finchè non smette un pochino di piovere” dice la mamma di Stefano, “altrimenti ci inzuppiamo tutti; il mio ombrello è davvero piccolo, … e con quest’acqua!” conclude.
In effetti pioveva davvero tanto, e si sentiva il rumore dell’acqua sul tetto dello spogliatoio.
Aspettiamo un attimo all’interno, poi sento Stefano che dice: “va beh, io intanto vado a cercare il custode per pagare il campo, che è sempre in giro e non riesco mai a trovarlo. Poi è lentissimo e ci mette sempre una vita a fare qualsiasi cosa…”
“Prendo l’ombrello” dice, ed esce dallo spogliatoio chiudendo la porta.
Così me ne rimango all’interno di questo minuscolo spogliatoio solo con la madre.
Tutto d’un tratto, dal niente e totalmente inaspettata, mi si apre un’opportunità incredibile!
A questo punto inizio a fantasticare…
Ho già il cuore in gola.
“E se provassi qualcosa?”
“E se poi ritorna Stefano?” “che figura ci faccio!”
Ma tanto lo so che ci impiegherà almeno 10 minuti (come tutte le altre volte).
“ma sarebbe troppo avventato se mi spogliassi qui davanti a lei?” penso io.
In fin dei conti siamo dentro lo spogliatoio, e al muro sono appesi i miei vestiti di quando siamo arrivati…
“Ma si! Chi se ne frega! Se non approfitto di queste occasioni!” e mi convinco definitivamente.
Però mi devo sbrigare…
Così mi siedo sulla panca ed inizio a togliermi le scarpe e le calze, sbuffando in segno di stanchezza, ed anche un po’ per attirare l’attenzione della signora.
La quale si siede anch’essa sulla panca, a poca distanza da me, tenendo la borsetta sulle ginocchia, giustificandosi dicendo che aveva camminato più di un’ora per una commissione in centro.
A quel punto la madre, anche forse per cercare un minimo di dialogo in attesa che Stefano ritorni, si rivolge a me chiedendomi qualcosa sulla scuola e sulle interrogazioni in corso; mi chiede ciò (ne sono sicuro) approfittando dell’assenza di Stefano (visto che lui di queste cose non ne parla mai), cercando di avere qualche informazione in più di quello che Stefano le dice abitualmente (che praticamente è zero assoluto!).
Io a questo punto prendo la palla al balzo ed inizio a spiegarle qualsiasi cosa;
lei rimane lì a parlare con me tranquillamente come se nulla fosse.
Io così inizio a pensare: “in fondo è lei che è qui dentro, lo vede che sto facendo, e nonostante tutto rimane qui senza alcun indugio…”
“…e forse non si sta ponendo neanche il problema che io avrei voluto cambiarmi e forse fare anche una doccia!”
Continuando a parlare mi alzo dalla panca e mi sfilo lentamente la maglietta.
Le sto spiegando, come mi ha chiesto, le materie che stiamo seguendo a scuola, quando, vedendo quel che sto facendo, mi interrompe dicendo:
“devi cambiarti? se ti dò fastidio esco un attimo se vuoi…” mi chiede gentilmente, più per atto dovuto che altro (anche se, dal tono di voce, era più che evidente che non volesse uscire, in quanto stava ancora diluviando e l’ombrello l’aveva Stefano…). E chiaramente pensava che dovevo cambiarmi solamente maglia e pantaloncini sporchi, e niente altro (anche perché solitamente Stefano va sempre a casa a fare la doccia…).
“No… no… signora, rimanga pure…” le rispondo tranquillamente, fingendomi un po’ imbarazzato (come se non volessi essere io a costringerla ad uscire…).
Così se ne rimane lì seduta dov’era, a due passi da me.
“Perfetto” penso io, e mi tolgo anche le braghe corte.
Ormai sono rimasto solo con le mutande (di quelle tipo sportivo che volendo possono sembrare anche un costume).
Armeggio con le mani dentro la mia borsa.
Magari pensa che voglio prendere una maglietta pulita ed indossarla, penso io.
Come ultimo scrupolo, prendo l’asciugamano e lo posiziono piegato in cima alla borsa, come per dirle chiaramente: “guardi signora che vado a fare la doccia!”
Lei lo nota, ma forse (anzi, sicuramente) non collega le due cose.
Poi mi accorgo che mi segue con lo sguardo mentre prendo il bagnoschiuma e lo appoggio sulla panca. Vedo che la signora guarda un attimo verso la doccia di fronte e poi ritorna con lo sguardo rivolto verso di me.
Solo a questo punto, forse, la signora inizia ad intuire...
D’altronde siamo negli spogliatoi, dopo una partita, ed è abbastanza naturale che io voglia fare una doccia… (ora potrebbe iniziare a pensare). O almeno è quello che io spero che pensi; e potrebbe pensare che poteva sembrare scortese da parte mia (anche se gentilmente aveva provato a chiedermelo) chiederle di uscire, visto che fuori stava diluviando.
“ah… ma devi fare la doccia?” mi chiede ora.
“Eh?” faccio io con aria indifferente; poi continuo “si… si… ma è lo stesso...”.
E senza darle il tempo di dire niente, rivolto verso di lei, mi infilo le dita nell’elastico, mi tolgo gli slip e li butto sulla panca.
“Siii!!!” penso. “Sono completamente nudo davanti a lei! e la conosco appena!” La cosa mi fa impazzire!
“Ah… scusa!… ma se devi fare la doccia… allora… scusami!!… io… credevo che… non volevo!” mi dice, guardandomi imbarazzata e un po’ confusa, come per giustificarsi e scusarsi della sua presenza.
Ed io (nudo davanti a lei): “beh ma stia pure signora, tanto ci metto un attimo…”; e prendo rapidamente il bagnoschiuma ed entro nella doccia di fronte.
Chiudo la tendina ed inizio a lavarmi. Faccio velocissimo.
Noto dalla fessura della tendina che la signora si è alzata, ma è sempre lì vicino (anche perché lo spogliatoio è veramente piccolo).
Chiudo l’acqua e apro la tendina.
“Brrh che freddo” dico, cercando di attirare di nuovo la sua attenzione (come se non lo avessi già fatto!), e rimango lì un attimo tremolante a scrollarmi l’acqua di dosso.
La signora mi guarda un attimo, poi guarda da un’altra parte.
Esco dalla doccia (nudo chiaramente) e vado a prendere l’asciugamano che ho lasciato appoggiato sulla mia borsa.
Mentre mi strofino i capelli con l’asciugamano vedo che inizia a frugare nella borsetta (forse per fare finta di fare qualcosa).
“piove ancora forte” dico io, mentre finisco di asciugarmi i capelli.
“eh si… non smette proprio” risponde, cercando (invano) di non guardare nella mia direzione.
Finisco di asciugarmi, butto l’asciugamano sulla panca e raccolgo i vestiti sporchi che mi ero tolto poco prima.
Poi cerco i boxer nella borsa e me li infilo.
Finisco di rivestirmi e nel frattempo riprendiamo a parlare del più e del meno, aspettando che torni Stefano (che arriva pochi minuti dopo).
“Fatto” dice lui.
“Io la doccia la faccio a casa” continua.
Aspettiamo ancora che la pioggia diminuisca.
Se facciamo in fretta, dice Stefano rivolgendosi alla madre, non ci bagniamo tanto.
“va beh, ti saluto, ci vediamo domani a scuola” mi dice.
“ciao” dico io.
“andiamo allora?” chiede sua mamma.
“ciao” conclude allora la signora rivolgendosi verso di me.
“arrivederci signora, buonasera” replico io.
E mentre si allontanano, rimango da solo sulla porta ripensando (eccitato più che mai) a quanto appena accaduto.
sniper4fun
00sabato 25 giugno 2011 16:18
Sei stato un fenomeno! Bravissimo!!
Esperienza tremendamente eccitante!! [SM=g28002] [SM=g28002]
flickRM
00martedì 28 giugno 2011 18:56
bravo!
Io non avrei avuto il coraggio....
[SM=g27993]
anemesis5
00mercoledì 29 giugno 2011 13:20
anche io non avrei avuto il coraggio...bravo!
intrapendenza ci vuole! [SM=g27988]
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