Aspettando

username21
00giovedì 7 ottobre 2010 16:23
La terza parte...
Dopo quella seconda esperienza avevo una grossa confusione emotiva, forse ancora più grande della prima volta: nella prima circostanza il tutto fu abbastanza inatteso e mi ritrovai nella situazione non dico per caso, ma quasi, la seconda situazione fu, invece, desiderata, immaginata, in qualche modo un po' cercata (anche se non nei modi e nella forma in cui poi si sviluppò) e per questo vissuta più intensamente nel "prima" e nel "durante" e con strascichi più eccitanti nella mente nel "dopo".
Mi rendevo conto che mi piaceva molto l'idea di avere gli occhi di mia zia sul mio corpo nudo, di vedere il suo sguardo posarsi sul mio membro... mi eccitava il pensiero di essermi mostrato col membro in erezione e poco dopo di essere tornato alla normalità di un rapporto zia/nipote. Ma in generale cominciavo a realizzare che mi piaceva l'idea di immaginarmi nudo davanti ad una donna, il fatto che nello specifico fosse mia zia era soltanto un valore aggiunto.

I giorni successivi alla seconda situazione che ho descritto li passai, da buon adolescente diciottenne immerso in una situazione terribilmente eccitante, a masturbarmi pensando e ripensando all'accaduto e ad immaginarmi in nuove situazioni. La novità rispetto ad altre situazioni in cui mi ero trovato fino a quel momento, era che questa volta l'eccitazione non aveva come punto focalizzatore il desiderio di avere rapporti sessuali con mia zia, ma solo il godere nello stare nudo davanti al suo sguardo, magari col membro duro, magari con le sue mani addosso a toccarlo... magari immaginando che anche a lei piacesse guardarmi...
Quest'ultimo pensiero mi girava per la mente come un chiodo fisso: nelle situazioni che si erano verificate mi aveva guardato in modo distaccato, con uno sguardo "professionale" tipo come può guardare un dottore il suo paziente? Ma certo, è mia zia... mi ripetevo, ma non ne ero (o non ne volevo essere) completamente convinto: in fondo io non ero un ragazzino e lei poteva immaginare che lo stare nudo davanti a lei avrebbe potuto procurarmi imbarazzo... ok, avevo introdotto io l'argomento la prima volta ed avevo accettato io di mostrarmi a lei, ma la seconda volta fu lei a riaprire l'argomento... e come dovevo interpretare alcune parole che mi aveva detto nelle due occasioni? (ad esempio la prima volta, quando mi disse "qui vedo solo il pisellone eccitato di un bel ragazzo" oppure il riferimento al segno dell'abbronzatura la seconda volta mentre io non ero certo neanche che mi avesse guardato, o ancora, quando io le manifestai il desiderio che i miei genitori non sapessero di quelle situazioni, lo sguardo che si abbassò sul mio membro dicendo “per quanto mi riguarda puoi essere certo che questa è una cosa che resterà tra te e me”). Tutte cose che potevano essere considerate "normali", per "alleggerire" l'atmosfera, per sdrammatizzare, ma anche tutte cose che, messe insieme, potevano significare qualche altra cosa... e cosa? A me piaceva sperare che potessero significare, se non un suo desiderio, magari una sua curiosità, un suo piacere… in fondo ero un ragazzo di 18 anni, non particolarmente muscoloso, ma dal fisico tonico per via dello sport che praticavo in gran quantità in quel periodo. Ero il nipote, vero, ma ero pur sempre un ragazzo… il tutto si era svolto con estrema naturalezza, vero, ma per quanto potesse non essere condita da attrazione sessuale, pensavo che non era una cosa “normale” avere di fronte il proprio nipote col membro duro… e toccarglielo…

Questi erano i miei pensieri.

La mia eccitazione e il mio desiderio mi facevano sperare che, in qualche modo quello fosse anche per lei una specie di “gioco”, ma la ragione mi portava a riflettere sul fatto che era pur sempre mia zia, quindi qualunque azzardo o errore di interpretazione di gesti o intenzioni sarebbe stato molto rischioso.
Come spesso accade in questi casi, l’eccitazione fa sì che si abbassi un po’ il livello di prudenza.
Come descritto nel secondo racconto, dopo quanto accaduto lei aprì la porta del bagno per passarmi una vestaglia da indossare, mentre io ero completamente nudo… e quegli attimi furono vissuti nella più assoluta normalità, senza veri o finti imbarazzi, come se si trattasse di una normale situazione di vita quotidiana, per cui, con tutti i timori del caso, decisi di percorrere questa strada: provare a far passare come “normale” il fatto che io potessi trovarmi nudo di fronte a lei… o, in altre parole, far capitare con naturalezza qualche situazione del genere senza porvi particolare enfasi, comportandomi come se, da parte mia, la situazione rientrasse nella più assoluta normalità… e stare a vedere che tipo di reazione ci fosse stata da parte sua.
Nell’arco di qualche mese, fino alla fine di quell’anno, feci in modo di trovarmi in alcune situazioni di questo tipo… almeno cinque o sei volte.
La prima occasione utile fu una quindicina di giorni dopo l’ultimo episodio raccontato. Era una mattina di fine agosto o inizio settembre e, siccome pioveva, restai da solo a casa. In tarda mattinata sentii bussare alla porta, ero ancora in slip e t-shirt (come dormivo e dormo ancora adesso in estate), misi il pantalone di una tuta al volo e andai ad aprire. Era mia zia che aveva bisogno di uova per cucinare e, visto che c’ero io in casa, venne a chiederle a me invece di uscire a comprarle. Mi chiese anche se avevo intenzione di mangiare da lei ed io le risposi di sì, anzi se aspettava un attimo le avrei preso le uova e sarei andato con lei a casa sua… “il tempo di cambiarmi” dissi… andai nella mia stanza a prendere una maglia pulita ed entrai in bagno, poi, col cuore che sembrava impazzito e con la mente in preda all’emozione, sfilai tuta e slip e con la sola maglietta addosso attraversai nuovamente mezzo salone per tornare dal bagno alla mia stanza, passando ad un paio di metri da lei… come se fosse la cosa piu’ naturale del mondo passarle accanto nudo.
Anche lei continuò a parlarmi di tutt’altro come se tutto fosse nella più assoluta normalità, io misi degli zoccoli, presi un costume a boxer e, riaffacciandomi sull’uscio della porta, mentre lo infilavo davanti a lei, dissi: “sono pronto, andiamo” e lei rispose con tono ironico “pensavo avessi intenzione di venire così… scalzo”. Preferii evitare qualsiasi risposta e il resto della giornata passò nella più totale normalità.
Il tentativo di far apparire naturale da parte mia il fatto di stare nudo davanti a lei sembrava aver avuto il risultato desiderato: anche lei, almeno apparentemente, dimostrava di vivere la cosa con la stessa normalità.

...beh... per non farvi invecchiare leggendo... [SM=g27987] visto il taglio che ha preso questo racconto chiudo con... to be continued...
flickRM
00venerdì 8 ottobre 2010 00:54
MI PIACE!
[SM=g27988]
anemesis5
00venerdì 8 ottobre 2010 14:04
paice a cne a me!!
Anche se non ho aggiunto nessun commento alle precedenti storie, le ho lette con interesse trovandole molto intriganti e veramente ben scritte.
Speravo che aggiungessi (come stai appunto facendo)il seguito!!
adesso sono impaziente di sapere come proseguirono queste tue eccitanti avventure...
scrivi presto
e grazie per condividere!
sniper4fun
00venerdì 8 ottobre 2010 14:39
Re:
username21, 07/10/2010 16.23:

...
Come spesso accade in questi casi, l’eccitazione fa sì che si abbassi un po’ il livello di prudenza.



Urgh.... tremenda verità.
Come è altrettanto vero che tutto che passa per i nostri pensieri dopo esserci "soddisfatti" ci lascia, il più delle volte, un senso di malessere e rimorso. La razionalità più totale scalza l'animale (quasi) senza controllo.
E ci vengono i dubbi, e ci promettiamo che la prossima volta non dobbiamo spingerci fino a quel punto, e quanto abbiamo rischiato, e se poi ha frainteso? E se adesso pensa che io....?? Ma perchè invece di fare così non ho fatto....??
L'eccitazione funge da stampella emotiva... ma quando la stampella sparisce, ecco tutti i ripensamenti razionali che ci pungolano la mente.
Poi... ora dopo ora...giorno dopo giorno.....tutto ricomincia! L'ormone impazza e la razionalità si scazza! [SM=g27985]

Devo ammettere che questo tuo racconto mi sta appassionando tantissimo. Ho apprezzato questo intermezzo focalizzato soprattutto sulle tue riflessioni e considerazioni.
Ma adesso, prima che la mia immaginazione realizzi il suo film, per favore concludi il seguito! [SM=g27987]





maschio_20x16
00lunedì 11 ottobre 2010 12:05
...
Complimenti davvero!!!
il sogno di tutti noi .. tu l'hai vissuto realmente
e complimenti anche per come lo descrivi

speriamo di rileggerti presto
ciaoo Claudio
username21
00lunedì 11 ottobre 2010 12:46
@Flick: Grazie per l'apprezzamento, hai un caffè pagato [SM=g27989]

@Anemesis: Grazie allora per aver commentato. Spero di riuscire a continuare presto, purtroppo posso farlo solo dall'ufficio e qui non è che abbia tantissio tempo a disposizione.

@Sniper: Appena riesco proseguo (sigh... questione di tempo come detto in precedenza). Mi fa veramente piacere constatare che, in qualche modo, riesco a trasferire le emozioni non limitandomi ad un freddo e distaccato report dell'accaduto.
In quest'ottica mi pareva necessario un "intermezzo" (come tu lo chiami), in quanto ritengo che alcune situazioni rischiano di svuotarsi di valore emotivo senza descrivere i passaggi mentali che le hanno causate (come esempio posso citare proprio quanto descritto in questa terza parte: raccontare come ho attraversato il salone nudo davanti a lei e ho indossato sempre davanti a lei il costume senza provare a descrivere i passaggi mentali che mi hanno portato a farlo, sarebbe potuto apparire strano o ingiustificato).

PS: In attesa del momento opportuno per poter scrivere il prosieguo, possiamo ingannare il tempo col racconto del film realizzato dalla tua immaginazione... [SM=g27988]
anemesis5
00lunedì 18 ottobre 2010 09:55
ma questa terza parte??
...arriveremo a leggerla? la vita è breve! ;-)))
anemesis5
00giovedì 11 novembre 2010 13:59
ronf... ronf....
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